1879 - Emil Zsigmondy scruta il roccioso contrafforte della Piccola di Lavaredo, per individuare una possibile via d’accesso alla cima. La guida Michel Innerkofler scrolla la testa ed alle insistenze del giovane obietta: “Se tu avessi le ali!”. Ma un “problema” si sa, è una sfida aperta.
1881 – E’ l’anno della “corsa” alla prima salita della Cima Piccola, la meno alta, ma anche la più ardua delle tre cime principali.
Il 21 luglio, a causa di un errore di percorso dovuto alla nebbia, il cliente Grünwald e la guida ampezzana Santo Siorpaes, che tentano la Cima Piccola, raggiungono invece per primi la bella punta rocciosa che si trova immediatamente a Nord-Est e che viene chiamata Punta Frida.
1881 – Quattro giorni dopo (25 luglio) Michel Innerkofler e il cugino Hans Innerkofler riescono a toccare la vetta della Cima Piccola dopo aver avuto ragione della verticale parete Sud-Ovest con un percorso che presenta difficoltà abbastanza continue di III° grado e passaggi di IV° inferiore. «Più cattiva della Cima Piccola nessun’altra cima può essere, quella è il demonio!» commenterà Michel Innerkofler. La salita dei cugini Innerkofler inaugura ufficialmente l’epoca del terzo grado nelle Dolomiti, ovvero delle scalate tecnicamente impegnative. Questa via oggi è l’attuale via normale della Piccola di Lavaredo, già d’allora da molti tentata ed aperta dal grande Michel Innerkofler. Questa salita gli attribuisce il merito di aver dato principio ad un periodo nuovo del nostro alpinismo, il periodo dell’alpinismo per l’arte, oltre che per natura, secondo la definizione di Orazio De Falkner.
1881 – Alla fine di agosto Michel Innerkofler e il cugino Hans Innerkofler con il viennese Demeter Diamantidi e la sua guida Luigi Cesaletti salgono nella stessa giornata tutte e tre le cime principali di Lavaredo, Piccola, Grande e Ovest. E’ il primo dei numerosi “concatenamenti” che la storia alpinistica delle Tre Cime proporrà.
Demeter Diamantidi, raggiunta la vetta della Piccola di Lavaredo, tira fuori dallo zaino un barattolo di vernice rossa con cui scrive su un lastrone i nomi dei salitori, e vi deposita anche una bottiglia con dentro il suo biglietto da visita.
1882 – La duchessa romana A. di Sermoneta compie la prima ascensione femminile della Cima Piccola di Lavaredo.
1890 - Il 28 luglio, Hans Helversen e le guide Sepp Innerkofler e Veit Innerkofler salgono la Cima Piccola per la parete Nord, lungo un elegante sistema di camini che oppone difficoltà (secondo alcuni) fino al IV superiore. Oltre all’elevato livello tecnico dell’arrampicata, paragonabile forse alla più famosa via di Georg Winkler sull’omonima Torre, (la prima Torre del Vajolet) affrontata nel 1887 e superata per di più in scarpe chiodate.
E’ da segnalare che si tratta della prima scalata sul versante settentrionale delle Tre Cime.
1903 – Viene compiuta la prima solitaria della Cima Piccola per la parete Nord , ad opera di Josef Ostler.
1909 – Il 16 agosto, sulla Parete Nord della Cima Piccola di Lavaredo, Rudolf Fehrmann e Oliver Perry-Smith superano i camini di destra, con difficoltà di quinto grado e bivacco in parete.
1911 – 5 settembre. E’ la stagione di Paul Preuss. assieme a Paul Relly, compie la doppia traversata a croce della Cima Piccola di Lavaredo: salita per la via Fehrmann, discesa per la via Witzenmann, risalita per la via Helversen e infine discesa per la via Comune, impiegando in tutto 8 ore e 45 minuti.
E’ una bella impresa, ma non basta: il giorno dopo, di pomeriggio, i due attaccano la minore delle cime, la Piccolissima, lungo una evidente fessura-camino che incide la gialla parete Nord-est. Superando difficoltà di V grado e senza piantare chiodi, Paul Preuss e Paul Relly raggiungono la cima e, dopo un gelido bivacco, ne scendono, sempre in arrampicata e senza uso di chiodi, per la gola Sud-Est tra Piccolissima e Punta Frida.
In seguito, ben sei tentativi di ripetizione della fessura Preuss falliranno tragicamente.
1933 – 17/18 agosto (o 8 settembre), Emilio Comici, assieme a Renato Zanutti e Mary Varale, scala l’aereo, elegantissimo Spigolo Sud-est dell’anticima della Cima Piccola di Lavaredo, da allora noto come Spigolo Giallo, autentico prototipo di scalata dolomitica di alta difficoltà.
1942 – Piero Mazzorana concatena in circa 9 ore le vie Preuss alla Cima Piccolissima di Lavaredo, la Dulfer-Piaz alla Punta di Frida alle Tre Cime di Lavaredo , La Helversen alla Piccola di Lavaredo, lo Spigolo Dibona alla Cima Grande di Lavaredo, e la via Comune con variante Dulfer alla Cima Ovest, per concludere con Croda degli Alpini e Croda del Rifugio.
1955 – Un alpinista della Val Punteria, Hans Frisch, ripete in prima solitaria la via Cassin-Ratti alla Cima Ovest di Lavaredo e lo Spigolo Comici-Mazzorana alla Cima Piccola di Lavaredo, all’epoca due degli itinerari più difficili del gruppo.
1961 - 24 agosto. Il belga Claude Barbier (caduto
nel maggio 1977 durante una esercitazione di palestra nelle Ardenne),
è certamente uno degli scalatori solitari più audaci e preparati che mai siano
esistiti.
Di lui si ricorda soprattutto un’impresa che ha del fantastico e
dell’incredibile: nel 1961, in un solo giorno, egli superò da solo, una
dietro l’altra Le vie Cassin
sulla Ovest di Lavaredo, Comici alla Grande, Preuss
sulla Piccolissima, Dulfer sulla Punta di Frida e Innerkofler
sulla Cima Piccola.
1965 – Royal Robbins entra in contatto con l’alpinismo europeo, o forse è più corretto dire che l’ambiente dolomitico entra in contato con la nuova filosofia americana il cui principale esponente è Royal Robbins.
Durante il suo soggiorno italiano egli sale la Nord della Cima Grande e altre pareti. Nel tentativo di aprire una nuova via sulla Cima Ovest di Lavaredo, assieme a Yvon Chouinard, martella via quarantacinque chiodi a pressione, lasciati da altri alpinisti in precedenti tentativi, e da lui ritenuti inutili. Ripiega però sotto un enorme tetto strapiombante proprio perché non vuole piantare a sua volta i chiodi a pressione. Chiodi che si dimostrano necessari per poter continuare la salita.
La fidanzata Liz si unisce all’amato Robbins per effettuare la salita di una classica; lo Spigolo Giallo di Comici, alla Piccola di Lavaredo, che Royal salirà poi “di corsa” con Yvon Chouinard.
1977 – Heinz Mariacher, ripete la via Egger alla Cima Piccola di Lavaredo in libera, utilizzando i numerosi chiodi in loco solo per assicurazione e valutando i passaggi più difficili 6a+.
1988 – Thomas Bubendorfer concatena le vie Cassin alla Cima Ovest di Lavaredo, Comici alla Cima Grande di Lavaredo Helversen alla Cima Piccola di Lavaredo, per poi trasferirsi con l’elicottero a concludere la sua impresa superpubblicizzata sulla Marmolada e sul Sass Pordoi.
1990 – Segue la via Zlata zajeda, sulla parete Sud della Cima Piccola di Lavaredo ad opera di Francek Knez e Martin Hrastnik, (VII+).
1990 –La cordata Manrico Dell’Agnola e Alcide Prati, specializzati nelle ripetizioni in velocità, concatena in otto ore le tre grandi classiche: Cassin alla Cima Ovest di Lavaredo, Comici alla Cima Grande di Lavaredo e Spigolo Giallo alla Cima Piccola di Lavaredo.
1995 – In due giorni, Frank Jourdan concatena, in solitaria autoassicurata, le vie: Spigolo Giallo alla Cima Piccola di Lavaredo, Hasse-Brandler alla Cima Grande di Lavaredo, Spigolo Dibona alla Cima Ovest di Lavaredo in discesa e Comici alla Cima Grande di Lavaredo, Cassin e Demuth alla Cima Ovest di Lavaredo, tirando al massimo la libera. L’impresa di Claude Barbier, però, resterà probabilmente unica.
1996 – Sulla Sud della Cima Piccola di Lavaredo, Stefan Glowacz e Kurt Albert tracciano dal basso, piantando oltre 100 spit la via Perlen vor die Saue (Perle ai porci, poi in seguito rinominata Muro Giallo), con un tiro sul 7b/b+. Grazie anche alla favorevole esposizione, la via è presto ripetuta. Anche alle Tre Cime di Lavaredo inizia l’era degli spit.
1998 – Il triestino Mauro “Bubu” Bole ripete a vista Alpenrose alla Nord della Cima Grande di Lavaredo, senza la parte alta (max 7b+). “Bubu” è uno specialista delle Lavaredo, avendo già percorso a vista lo Spigolo degli Scoiattoli alla Cima Ovest di Lavaredo, la via Kolibris alla Nord della Cima Grande di Lavaredo e Perle ai porci (Muro Giallo) alla Cima Piccola di Lavaredo.